Rantoli d'Agosto

La superconvenzionalità eliocentrica dell'essere come stato di cose e non come stato sociale si intromette nella mia bieca esistenza di sussistenze momentanee come un cataclisma fenomenologico dell'empirismo incarnato in un monile troppo ostentato e mai osteggiato. Gli artifizi morali del "sii te stesso " e del "fa come ti pare " si snodano attraverso molteplici scorciatoie mediatiche che collegano l'apparente critica al turbante sbilenco al masochismo pascoliano come due elementi indissolubili di una vicenda ahimè troppo trascurata. La mia attitudine alla nullafacenza non sfiora in nessun modo rilevabile le avversità convettive che per forza di cose imperversano nel trascorso storico cui pur facendone parte ritengo d'obbligo astenersi dal giudicare. Ormai viviamo un periodo che non permette domande che abbiano la parvenza d'essere sensate nè tantomeno ottenere risposte con contenuto significante. Alla banale questione del bicchiere mezzo pieno potrei persin tenere in considerazione le influenze nietzscheane che pervadono sia il materiale che il contenuto che talvolta persino il possessore del bicchiere. Non ritengo indispensabile la formulazione di enunciati con particolari oggettività condivise o discusse almeno in parte, ma non posso detrarmi dall'obiettare le critiche all'astensione del voto dell'abolizione del divieto di qualche privazione casuale di libertà specifiche. Tant'è che mi trovo ivi a discutere di mangime per casuari e come effettuare una toelettatura completa ad una bertuccia di provenienza nord-libica. Ma non mi sento affatto affranto, anzi. Credo di poter trasmettere in qualche maniera fondamenti basilari per la costruzione di teorie eterodiegetiche che forniscano conoscienze o perlomeno suggerimenti riguardo alla mitizzazione della psoriasi leopardiana di metà ottocento, o dei rapporti con a Casa Bianca, almeno in linea generale.