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26.1.09

Rambo è un rabdomante

Api di velcro nei capelli. Costrutti mentali di ineffabile malignità. Rateizzazione d'informazioni necessarie. Verticalizzazioni di piatti piani. Radicalizzazioni di pozzi fondi. Perpendicolarità della sbavatura concentrica. Incommensurabili stafilococchi blu. Permeabilità nei sottostrati sociali. Statica della mediazione globale. Calamità innaturali smontate da assemblare. Fili spinati con la punta arrotondata. Smercio di organi e clavicembali. Perversioni statalizzate sottoforma di norme. Increspature dell'anima di un gallo pallido. Suppellettili organici d'utilità proletaria. Variazioni sul tema di Italiano. Caratteristiche melliflue della gogna. Principati di monaci buddhisti. Principio d'indeterminazione nervosa. Prosciutto ventrato. Salme in salmì. Crostacei vanificati. Masturbazione chiavi in mano. Prodotto residuo d'avanguardia. Aspetti non trascurabili. Finanza in calo. Spasmi orgasmici d'epilessia cronica. Calunnia dolosa. Schiaffo rachitico plurimo. Protrarsi oltremodo d'un catadiottro ammanettato. Diatriba tormentata in anteprima curda. Parcellizzazione somatica della trombosi cistica. Pietrisco portato all'ebollizione. Prugne spugnose. Parto prematuro. Mortificazioni dello sternocleidomastoideo. Otorinolaringoiatri di ornitorinchi ubriachi. Armonizzazioni di alternative al sociale. Prassi a tratti intatta. Eternità convulsa. Costerno. Sterno. Terno. Ambo. Ah mbè. Bè?

25.1.09

Il gatto delle Sabine

Non possiamo pensarlo nemmeno minimamente. Ogni bella gnocca non può avere la scorta. Tanto meno la scorta di scorta. Si sa che oggigiorno la roba non dura ed è sempre meglio avere le riserve. Ma anche se firmi con riserva rischi che a Fiumicino il tuo bagaglio non arrivi intero. Il bagaglio culturale, oh no, non te lo leva nessuno. La cosa fondamentale è però che tu ce l'abbia. Certo non è semplice farsene uno soprattutto se parti dal presupposto che la cultura la si apprende con la comunicazione e che il principale mezzo di comunicazione sembra avercela a morte con la cultura. Ma in fondo esiste l'informazione alternativa. Esiste Internet, il mezzo di comunicazione più potente dell'universo. E poi c'è la Santa Sede che è il mezzo di scomunicazione più potente dell'universo. Ma noi cosa ne possiamo fare? Se ci dicono giallo è giallo. Se ci dicono bianco è bianco. Se poi ci dicono che in realtà non hanno mai detto che è bianco ma è blu, noi facciamo finta di non ricordarci che ci avevano detto che era bianco. Questa è l'importanza della Televisione. Trasforma i nostri cervelli in una RAM. E così il nostro cervello diventa volatile e non ci ricordiamo più niente. Anche perchè si sa che i cervelli volatili sono dediti alla fuga. La fantomatica Fuga dei Cervelli. Il mio l'ho legato col guinzaglio. Non si sa mai.

19.1.09

L'apparenza a volte no.

Ti accorgi di essere in uno stato pietoso quando accendendo la TV riesci a captare le sensazioni di una pazza che crede di essere innamorata di un extraterrestre che vive su un pianeta sconosciuto nei pressi di Venere. Ti accorgi di essere in uno stato pietoso quando la massima forma d'arte percepita dagli esseri che ti circondano è la commedia sexy all'Italiana. {}@#[]#@#[] Non che la forma presemantica della sinistra vegetal-mineraria di questi tempi apra le cervella umane a cultura e informazone adatte ad un dialogo soddisfacente con il nostro "io penso". Non che la destra filo-consumistica abbia interessi al generare trasmissioni di carattere divulgativo di una qualsivoglia minima utilità. Non che tutti quanti si stiano sforzando in questo senso nooooooo, non lo potrei mai dire eppure l'ho detto. {}@#[]#[]#@[# Ti accorgi di essere in uno stato pietoso quando il grande fratello che ti guarda non ti consiglia più come rimorchiare ma aspetta che tu faccia qualche stupidaggine per portarti contro tutta la famiglia. Ti accorgi di essere in uno stato pietoso quando la famiglia superdifesa e sempre in prima linea nei pensieri di certe correnti diventa uno strumento di difesa per coloro che se ne fanno portavoce, da utilizzare sguainato contro i nemici tanto fastidiosi quanto innocui della società evoluta.


Ti accorgi di essere in uno stato pietoso quando ti accorgi di vivere in uno Stato pietoso.

18.1.09

Organi ingombranti

Naso chiuso? Congestione Nasale? Prova Nasonil. Oppure puoi sempre prendere un frullatore e infilartelo in una narice. Meno male che nella vita possiamo compiere scelte. Certo che se l'alternativa al medicinale è un frullatore in un naso non vedo come possa essere molto libera la scelta, per quanto sembra paradossale la scelta è obbligata. A patto che uno sia sano mentalmente sceglierà sempre e solo l'opzione che (in base al suo grado di percezione dell'esterno e della situazione) sembra essere la migliore. E se ci fosse una motivazione per la quale sarebbe meglio scegliere un'opzione peggiore, in tal caso quell'opzione sarebbe la migliore. Quindi levatevi dalla testa si essere in grado di compiere scelte nella vita. Se non vi siete già ficcati un frullatore su per il naso è solo grazie ad una straordinaria coincidenza. Siete stati molto ma molto fortunati.

17.1.09

Vagine volanti e peni a vento.

Esiste un modo semplice ed alquanto semplice per impedire in modo semplice le rivoluzioni capitanate da anarco-insurrezionalisti. Semplice. La caratteristica preminente di un anarchico è il rifiuto delle regole scritte e il volersi distaccare da esse. L'incoerenza di un anarchico starebbe nell'attenersi alle regole. Ebbene, se una di queste regole prevedesse la rivoluzione, l'anarco insurrezionalista sarebbe obbligato a seguirla nel momento in cui facesse la rivoluzione. Ma ciò crea un contraddittorio non indifferente. Se l'anarchico va contro le regole, non può andare al passo con esse. L'anarchico è così costretto a restare inerme di fronte a governo ingiusto che lo sottomette con il dubbio amletico di scelta tra l'alienazione delle proprie idee o l'accettazione dei soprusi. Ora: la faccenda si semplifica molto analizzando bene la parola "anarco-insurrezionalista". Se la prendiamo come parola atzeca, per una straordinaria coincidenza, "anarco insurrezionalista" vuol dire "piccolo insetto verde che trovai nella mia minestra di farro durante il pranzo del solstizio d'estate". Quindi è molto più facile per l'anarco insurrezionalista evitare il fatal dubbio straziante. Poichè il "piccolo insetto verde che trovai nella mia minestra di farro durante il pranzo del solstizio d'estate" non è soggetto a nessuna forma di governo istituzionalizzata e regolamentata. Cogito ergo sum, homo homini lupus, verba volant, scripta manent. E fu così che il piccolo insetto verde potè restare per sempre nell'ignoranza.

La Viglilia di Natale

Io mi alzo e me ne vado. Io non posso sopportare queste concezioni meta-filo-somatiche-post-superficiose-cosate che voi tentate di inculcare alla gente con metodi anti-democratico-liberal-socialisti-filo-attivisti-repubblicani i quali io stesso/a non riesco con metodi adatti ad una dialettica di carattere hegelico-affine a contestare. Per tanto io mi alzo e me ne vado. E vi conviene ringraziare i miei modi pre-anarco-catto-insurrezionalisti-conservatori che mi consentono di non obbligarvi ad allontanarvi, ma che al contrario mi permettono a me di allontanarmi me. Perciò io mi alzo e me ne vado. Non accetto nessuna scusa, nessuna preghiera di restare, non ci ripenserò perchè non voglio avere a che fare con dei nazi-palesemente-filo-palestinesi-semiateisticamente-laicisti-antiitaliani. Non voglio che dei giustizialisti-filodipietrini-girotindini-familyday-omosessuali-convertiti-antiabortisti mi vietino di esprimere il mio diritto che ho in una società aristocratico-democraticamente governata. Perciò io mi alzo e me ne vado. E guai a quei ambientalisti-verdieneri-congressualmente-eletti che mi bloccheranno la strada, non voglio che uno Sgarbi sgarbatamente-filoamericano-postilluminista-artisticamente-innovatore-radicalmente-fondamentalista-ipocritamente-anticlericale mi impedisca di fare ciò che voglio. Perchè io faccio ciò che voglio. Mi alzo e me ne vado. Mi alzo. Me ne vado. Mi alzo e me ne vado. Ah sono già alzato. Allora me ne vado soltanto. Ah me ne sono già andato.

Gli errori imperdonabili della meccanica quantistica

Ipotizziamo che l'indeciso Dottor Z, dopo aver attentamente esaminato le infinite direzioni che il suo corpo può prendere sul piano orizzontale, tralasciando quindi quelli che necessitano di un vettore verticale, e dopo non aver saputo scegliere quale tra quelle infinite direzioni fosse la migliore da prendere nè tantomeno se fosse necessario prendere una direzione o stare fermi, decida di muoversi contemporaneamente in tutte le direzioni e contemporaneamente di stare fermo. Se ciò apparentemente può sembrare impossibile dal punto di vista fisico, molto probabilmente lo è. Tuttavia da un punto di vista matematico possiamo notare che ogni direzione è opposta ad un'altra e che quindi ogni direzione possiede un'antidirezione che la elide. Una somma vettoriale di due vettori uguali e contrari dà come risultato zero. L'indeciso Dottor Z in effetti si è mosso in ogni direzione stando immobile. Per una straordinaria circostanza "immobile" è anche ciò che in quel momento fece pensare al Dottor Z che doveva tornare a casa. Così decise di prendere la via più breve per dirigersi verso casa. Molti potrebbero pensare che la linea più breve che unisce due punti (dove si trva il Dottor Z e dove si trova la sua casa) sia una linea retta, ma molti di noi sanno bene quanto il traffico cittadino, l'intricato dedalo di corsi, vie, viali, piazze, vicoli, rendano molto difficile raggiungere in breve tempo la nostra abitazione. Tuttavia ciò non ha alcuna importanza. Al Dottor Z non interessa minimamente la moltitudine di spessi condomini che circondano la sua casa, non importa minimamente dei semafori, dei passaggi pedonali, delle precedenze. Al dottor Z non interessa attraversare i corpi. Anche se c'è una probabilità che ciò avvenga di gran lunga inferiore di 1:ћ^N, dove ћ vale 1/10^-34 e N è il numero di particelle quantiche che possiede il nostro Dottor Z, a lui non interessa sfruttare questa infinitesimale possibilità. Perchè lui è già a casa sua. E quindi in questo caso la linea più breve che unisce due punti è un punto. Punto.

14.1.09

De' Litto E Cast. Igo

Un universo parallelo all'infinito si tocca e diventa infinitamente cieco. Un vicolo cieco cammina per la strada e cozza contro una cozza. La guerra di tutti contro tutti sono sicuro che la vincerà tutti. L'importante non è vincere l'importante e non perdere. Quando il rubinetto perde lo smeraldetto lo schernisce ridacchiando fragorosamente. "Fragorosamente" è per una strana coincidenza la stessa cosa che penserei se mi immaginassi un elefante che scorreggia in una cristalleria. La Scorreggia è la casa dello Scorprincipe. Uno scorpione ha l'aculeo, un'arma impropria per le leggi dello scorpione. Leggi un po' cosa non c'è scritto se ne sei capace. Sei una nullità più nulla della nullità più nulla fratto infinito per zero. Renato Zero quando avrà un figlio lo chiamerà Tasso. Il tasso paga le tasse perchè i tassi hanno un sistema molto ben organizzato per la prostituzione. Organizzare una festa in cima ad una punta di spillo è probabilisticamente più facile se lo spillo ha la punta leggermente smussata. Quando prepari una mousse se non fai attenzione si smoussa. Attenzione attenzione, treno in arrivo al binario tre allontanarsi dalla linea gialla senza superare l'altra linea gialla. I Gialli sono i miei libri Gialli preferiti. Preferirei la castrazione chimica alla castrazione filosofia. Quando un filosofo dice una cazzata ne inventa un altra più grossa per nascondere la precedente e ripete questa procedura all'infinito finchè i lettori del suo pensiero ammetteranno che è un matto e lo faranno rinchiudere in una clinica psichiatrica; passerà alla storia come il genio incompreso meno geniale della storia delle incomprensioni dei geni incompresi. I miei geni parlano chiaro sono io che non capisco una mazza. La mazza da Baseball è l'arma più indicata per fare un fuoricampo con un cranio. Il mio cranio è un cranio che fa crac. Crac.

Bianco Nero (Ossimoro)

Rima ABAB, Endecasillabi.

ComeL'EconomiaCadeLaNeve,
PortatriceD'UnTombaleSilenzio
ComeColui,ChePurGuidando,Beve
NellaDiscotecaLitriD'Assenzio.
IlTempoCiRubaANoiIlTempo,Loro
CheIlDìGiustiziaAffermanSicuri,
ESonGiàLeTreESmentisconoInCoro,
PoiAlTGNessunCheSeNeCuri.

ComeD'OrdeImmigrantiInvasioni,
NelLiberismoDelTuttoConcesso
InvasatiPrivatiDeiMilioni,
PubblicoSconfortoDalMioInsuccesso.
PassaUnaSolaRettaPerDuePunti.
IlPr
imoDalBiancoUomoE'Diretto
Oh!CheEsodo!MaOdiAiDìSanti
LeOrdeDiFolleFedeliAlCospetto?
MentreIlSecondoNonHaRilevanza
InUnaGaraAChiVinceConvince
Fondamentali:Smodato,Partenza.
EsserSmodatoAnnetteProvince.
QuestaE'LaVitaPerLorDellaScarpa
CheNellaNeveAvanzaEBarcolla

UnoStivaleIntonatoAllaSciarpa

LoStatoAttaccatoCheNonDecolla.



13.1.09

Colpo un po' plettico.

E insomma finitela di far Baccano! C'è gente che vuole veramente dormire. Ma io non so. Se non altro so di non sapere. Però quando mi parlano di tasse io m'imbufalisco come un imbecille imburrato. Allora, allora, allora. Stiamo calmi, terniamo i nervi saldi. Stiamo caldi, teniamo i nervi salmi. Che di problemi ne abbiamo già abbastanza e non vorrei crearne ulteriori di grammatica e/o di trigonometria Nietschiana-Hegeliana d'ispirazione rabdomantica:
1)Se una persona sta male nel punto B, si sposta nel punto A.
2)Se le persone del punto A sanno che stanno meglio delle persone del punto B non possono stupirsi del fatto che le persone del punto B si rechino volentieri nel punto A.
3)Se le persone del punto B vogliono vivere nel punto A attenendosi alle regole che vigono nel punto A, le persone del punto A devono anch'esse attenersi alle regole. Non possono dire che siccome se andassero nel punto B nessuno gli permetterebbe di fare ciò che facevano nel punto A, allora quelli che arrivano dal punto B in A non possono fare quello che vogliono in A (che per altro "quello che vogliono" è esattamente ciò che gli abitanti di A fanno in A).
4)Quindi se in A si può fare ciò che si vuole ma in B no, se gli abitanti del punto A e gli immigrati dal punto B convivono in A allora possono fare tutti ciò che vogliono, ma se gli abitanti del punto A emigrano in B allora gli abitanti del punto A sono degli idioti perchè stavano tanto bene nel punto A chi li ha mandati a fare nel punto B?! E tenuto conto che A+B=C e C=300.000 km/s e il punto M è il punto medio tra A e B quindi (A+B)/2 = C/2 = 300.000/2 = 150.000 km/s, e supponiamo un E = MC^2, E = 150.000*(300.000)^2 = 90000150000 J, siccome ad 1€ corrispondono 1800003000 J, allora 90000150000/1800003000= 50€.

5)Fanno 50€ grazie. Poi puoi rimanere in A.


12.1.09

Storia Seria Senza Senso

C'era una volta in un Reame perfetto un Re perfetto, saggio e buono, una Regina giusta, perfetta e cordiale e un principe bello, coraggioso e perfetto. Era a tutti gli effetti il reame perfetto. Le botteghe non presentavano difetti percepibili da chi normalmente percepisce i difetti percepibili. Il popolo era uno di quei popoli perfetti che dimostrano la loro perfezione dal momento in cui il narratore fa notare che sono perfetti sotto ogni punto di vista. Il popolo era perfetto sotto ogni punto di vista. Nel reame pioveva quando il popolo voleva la pioggia, faceva bello quando la regina voleva fare una passeggiata e il sole calava quando tutti, stanchi e assonnati, di dirigevano a consumare un pasto precursore di una sontuosa dormita. Un dì perfetto più o meno come tutti gli altri una donna si recò al cospetto del re. Era una donna che non rispecchiava molto i criteri dogmatici della perfezione. Era brutta, vecchia, storpia e puzzava anche un po'. Di certo era forestiera. Giunse innanzi al Re perfetto ed egli con un tono nè troppo sgarbato, nè troppo amichevole (insomma, il tono giusto che avrebbe chiunque nel momento in cui un non-propriamente-desiderato ospite giungesse a farci visita) chiese: "Cazzo vuoi?". La donna, o meglio, la racchia, disse che era intenzionata a chiedere la mano del Pincipe perfetto. Il Re in una smorfia ibrida di risata e sconcerto fece gentilmente accompagnare la racchia fuori dalla porta del palazzo ed ella tornò da dove era venuta. Passò una perfetta settimana, che durò esattamente sette giorni come tutte le altre settimane perfette, e al cospetto del Re perfetto giunse una donna, non troppo bella e non troppo brutta, insomma una donna di un'aspetto coerente con la propria imperfezione. Il Re nè troppo infastidito, nè troppo emozionato, insomma d'umore consono al trovarsi innanzi una donna che scaturisce uno scarso interesse, le chiese: "Cosa vuoi?". La donna, o meglio, l'insipida donna, disse che era intenzionata a chiedere la mano del Pincipe perfetto. Il Re con un'espressione che mescolava in dosi perfette comprensione e dissenso rispose: "Eh no." e fece garbatamente uscire dalla stanza la donna che tornò da dove era venuta. Passò un anno, un anno perfettamente in equilibrio con i ritmi della natura, di durata precisa e di sbalzo termico esatto alla normale maturazione dei prodotti agricoli e al cospetto del Re perfetto giunse una donna, una strafiga da paura perfetta in ogni aspetto visibilmente percepibile da coloro che percepiscono gli aspetti visibilmente percepibili. Una donna perfetta. Il Re nè troppo gentile, nè troppo sorpreso, insomma con fare adatto al trovarsi una strafiga da paura innanzi a sè, chiese: "Cosa desidera deliziosa signorina?". La donna, o meglio, la strafiga disse che era intenzionata a chiedere la mano del Pincipe perfetto. Il Re con un'espressione che conciliava perfettamente soddisfazione e contegno disse: "Se ne può parlare.". All'udir tali parole la donna sorrise con un sorriso visibilmente malefico o almeno in tal modo visibile da coloro che riuscirebbero a trovare un velo di malvagità in quel sorriso e a ritmi scenici incredibilmente incalzanti e adatti alla drammaticità della scena, mutò il proprio aspetto gradualmente prima in quello dell'insipida donna e poi in quello della racchia. Dopo aver pronunciato alcune parole incomprensibili per coloro che non comprendono parole di quel genere scagliò una violenta maledizione sul popolo ora-ahimè-non-più-perfetto. Da quel momento in tutto il reame, quando il sole decideva ai suoi ritmi di calare e di costringere la gente a ripararsi nelle case illuminate da tenui candele, e una volta spente le candele a recarsi in letti scomodi, o meglio, scomodi in confronto a com'erano prima che la donna scagliasse la maledizione le cui caratteristiche sto esponendo in questo momento, il popolo non avrebbe più fatto sogni. Che fossero tremendi incubi o dolci sogni d'amore ogni forma di notturna fantasia inconscia fu bloccata in quel momento dale parole della donna. Dopo aver pronunciato tali parole la donna tornò da dov'era venuta. Passarono alcuni mesi di durata variabile e non troppo cadenzata con ritmi costanti e il popolo e la famiglia reale iniziava a perdere colore in volto, a causa delle notti passate ad osservare la loro mente spoglia di immagini fluttuanti nei sogni, e all'obbligo di calcolare per notti intere la quantità di buio e nero inquantificabile da coloro che non riescono a quantificare tali quantità di buio e nero. Passarono altri mesi, esattamente non si sa quanti, probabilmente un numero compreso tra un incognito valore X e un'Y altrettanto incognita se non di più, o almeno non ci è dato di saperlo se fosse più o meno incognita. Il popolo iniziò a perdere consistenza e l'aspetto di tutti quanti gli esseri che popolavano il reame non-più-perfetto-purtroppo divenne scialbo e senza tono. Dopo un certo valore di tempo non ben identificato da qualsivoglia strumento di misura del tempo il reame perfetto, il re perfetto, il principe perfetto, la regina perfetta, le botteghe perfette, il popolo perfetto e il quel-che-c'era-in-quel-luogo-perfetto sparirono. [...]"


La storia ha termine qui. Dell'autore non ci è dato conoscere il nome poichè non ebbe il tempo di aggiungere in calce i suoi dati anagrafici. La maledizione della donna non-meglio-identificata si riversò anche sul suo creatore. Non sappiamo cosa accadde con precisione al popolo perfetto del reame perfetto. Quello che possiamo sicuramente constatare è che quando vediamo tutto buio e nero nella nostra vita, quando ogni cosa che era perfetta sparisce, quando ogni certezza diventa un'incognita, non possiamo evitare il fatal destino. E risulta impossibile continuare a sognare.

9.1.09

Big crush

...e quando cozzi il cranio contro il suolo ti rendi conto che non hai ancora finito e che puoi armarti di piccone e pala e metterti a scavare...

8.1.09

Speedy Gonzales ha l'Herpes

Quando ti svegli la mattina con la colla che ti raggruma le lacrime sulle palpebre formando una leggera patina giallastra che seccando fa grattare e ti rigiri nel letto tentando di distrarti dall'erezione mattutina, sai già che sarà una giornata di merda. Moltitudini di genti che accorrono a prendere tram, bus, metro, treni, taxi, navette, auto, bici, moto, motorini, marciapiedi, tricicli, monopattini, furgoni, tir, liane nella giungla metropolitana. Ma un bel giorno ti svegli con la solita cracia giallastra che ti fodera i bulbi oculari, te la gratti via, apri gli occhi e vedi tutto rosso. Il cielo è rosso, guardi i tetti e sono bianchi. Ha nevicato tutta la notte come dicevano le previsioni. Ti vesti, ti copri, ti imbardi, ti aggogghindi, ti abbindi, abbini gli abiti, ti mummifichi nelle sciarpe et esci. Cammini nella neve, quella alta e soffice, adori il f-f-f-t della neve fresca quando la pesti, ti accingi a raggiungere l'autobus, cammini cammini, sembrano ore. Intanto il cielo rosso ti sembra più cielo del solito. E i tetti bianchi ti sembano di un bianco-tetto-innevato. Nessuno si vede, tranne qualche raro spazzino del portone a numero civico corrispondente la sua abitazione. Il resto è neve. Così giungi e aspetti e aspetti e giungi. Quando dopo ore arriva il bus ci sali e ti sciogli. Ma se volessi prendere un treno, che sia trenoso però, assisteresti ad una moria di ritardi sui binari morti e una vivia di VitaVdi sui binaVi vivi. Per questo ami camminare. Non arrivi in ritardo, arrivi esattamente quando arrivi, nè prima nè dopo nè durante: nel frattempo. E mentre arrivi arrivi. Per questo ti piace camminare, nella neve, sotto un cielo rosso, sotto un tetto bianco, grattandoti le lacrime secche.

5.1.09

Il vanto del vento

Quand che la cosa cosia an cusina, mia cusina cusia cogià su'n cusin i causat dascusì. Quando la zucca cuoceva in cucina, mia cugina cuciva coricata su un cuscino i calzini scuciti. Tutto ciò è storia, e storia è tutto ciò. Quando andando da nonno nando dando doni a donne nude annodai due dune, nonno nando dondolava in veranda con nonna sandra. Ma se fossi ciò che non sarebbi essendoci ciò che non fossei, l'avrebbi ormai capisciuto che lo fossi invero (ei). Ma la mala ammala la lama alla malla ammalata. Nel mezzo del camin di margherita, mi ritrovai per una selva honduras, che la diritta zia era svampita. Quel ramo del lago di gnomo che volge a mezzognomo tra due catene non interposte di immobili. Parlami o dilva del piede d'achille l'ira finestra che infissi aggiunse rutti agli achei. Mi balza nella testa un motivetto che moticanto. Fa: Pappero pappa, pappappappaperooo, parappapappappero pappappà, pappero pappa pappapappappperooo, parapparappapero pappappà. E poi fa: Vola vola vola vola l'ape marcia, gialla nera nera a galla tanta ghiaia. Se lo conosci spiegami com'è possibile che io lo percepisca con le mie orecchie foderate di prosciutto crudo dop, o se non lo sai dimmi di saperlo ma di non volermelo dire, e se io ti implorerò di dirmelo, ricattami. E se tu mi ricatterai io ti dirò che cederò a tuo ricatto di ricotta solo de mi dici se conosci il motivo per cui sia possibile bla bla bla storiella del prosciutto crudo... bla bla bla e se mi risponderai io ti ridirò che mi devi ricattare. Quando mi ricatterai di ricattarmi se non cedo al tuo ricatto io ti dimostrerò scientificamente che il cielo è fucsia e tutti noi siamo daltonici e allora tu dalla rabbia ti getterai in un pozzo profondo tutto il mondo col coso tondo non lo sfondo sul fondo lo introndo mondondondo sondo lo smondo rondò rococò ciccibaubau. E vissero tutti Fenici e concerti.


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