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13.1.09

Colpo un po' plettico.

E insomma finitela di far Baccano! C'è gente che vuole veramente dormire. Ma io non so. Se non altro so di non sapere. Però quando mi parlano di tasse io m'imbufalisco come un imbecille imburrato. Allora, allora, allora. Stiamo calmi, terniamo i nervi saldi. Stiamo caldi, teniamo i nervi salmi. Che di problemi ne abbiamo già abbastanza e non vorrei crearne ulteriori di grammatica e/o di trigonometria Nietschiana-Hegeliana d'ispirazione rabdomantica:
1)Se una persona sta male nel punto B, si sposta nel punto A.
2)Se le persone del punto A sanno che stanno meglio delle persone del punto B non possono stupirsi del fatto che le persone del punto B si rechino volentieri nel punto A.
3)Se le persone del punto B vogliono vivere nel punto A attenendosi alle regole che vigono nel punto A, le persone del punto A devono anch'esse attenersi alle regole. Non possono dire che siccome se andassero nel punto B nessuno gli permetterebbe di fare ciò che facevano nel punto A, allora quelli che arrivano dal punto B in A non possono fare quello che vogliono in A (che per altro "quello che vogliono" è esattamente ciò che gli abitanti di A fanno in A).
4)Quindi se in A si può fare ciò che si vuole ma in B no, se gli abitanti del punto A e gli immigrati dal punto B convivono in A allora possono fare tutti ciò che vogliono, ma se gli abitanti del punto A emigrano in B allora gli abitanti del punto A sono degli idioti perchè stavano tanto bene nel punto A chi li ha mandati a fare nel punto B?! E tenuto conto che A+B=C e C=300.000 km/s e il punto M è il punto medio tra A e B quindi (A+B)/2 = C/2 = 300.000/2 = 150.000 km/s, e supponiamo un E = MC^2, E = 150.000*(300.000)^2 = 90000150000 J, siccome ad 1€ corrispondono 1800003000 J, allora 90000150000/1800003000= 50€.

5)Fanno 50€ grazie. Poi puoi rimanere in A.


5 commenti:

Jessica ha detto...

Le persone del punto B si spostano nel punto A.
In A vigono delle regole, le quali regole devono essere rispettate allo stesso punto, quindi AB.
È da considerare che:
esistono alcuni punti in N cui vigono uguali regole, ad esempio N=A:S (S=Svizzera).
Se una persona B si rivela incongrua con le regole del punto A
la soluzione più logica è che tale persona ritorni al punto B;
si deduce quindi che:
1) se una persona sta male nel punto B, si sposta nel punto A
così come
se una persona sta male nel punto A, si sposta nel punto B, considera quindi la proprietà commutativa.

2) Se le persone del punto B sanno di stare male anche nel punto A, le persone del punto A non possono stupirsi delle lamentele del punto B.
Valuta inoltre che (e questo specialmente in Italia):
Se le lamentele B si spostano nel punto A, tali lamentele diventeranno AB, perciò B(AB)=( B^2)A, quindi B viene elevato alla potenza!!!!!
Non dimentichiamo che:
Se le persone del punto B vogliono vivere nel punto A devono attenersi alle regole del punto A
Così come
Se le persone del punto A vogliono vivere nel punto B devono attenersi alle regole del punto B
È logico dire quindi che:
Le persone del punto B in A non possono fare quello che vogliono nel medesimo punto!
(A casa tua rispetto le regole di casa tua (e non di casa mia), di certo non faccio ciò che voglio, ovviamente il principio è reciproco)

3) In A come in B non si deve fare ciò che si vuole, perciò sia le persone A che quelle di B devono riuscire a comprenderlo allo stesso modo (utopia), se ciò non avviene sia gli abitanti del punto A che del punto B sono degli idioti elevati alla potenza, calcolare il logaritmo dell’idiozia di A e di B è molto complicato.

Trovo corretto il risultato dell’equazione, tale valore cambia per altri punti giacenti in N, ma l’equazione è sempre la stessa.

In un post (il quale riportava una bellissima immagine :) ho riportato una citazione di Edwin Abbott Abbott, a mio parere riassume tutto l’enunciato:
“Osserva quella miserabile creatura. Quel Punto è un Essere come noi, ma confinato nel baratro adimensionale. Egli stesso è tutto il suo Mondo, tutto il suo Universo; egli non può concepire altri fuor di se stesso: egli non conosce lunghezza, né larghezza, né altezza, poiché non ne ha esperienza; non ha cognizione nemmeno del numero Due; né ha un'idea della pluralità, poiché egli è in se stesso il suo Uno e il suo Tutto, essendo in realtà Niente”.

Gre ha detto...

Giustissimo, io mi chiedo perché le persone si devono spostare ad A a B? Evidentemente non hanno capito il motivo per cui quelli che vivono in B si spostano in A...possiamo spiegarlo e rispiegarlo ma tanto non sarà mai chiaro a tutti. La soluzione sarebbe quella di spostare tutti quelli che non capisco da A a B in questo modo, vivendolo sarebbe più facile.

DiVx ha detto...

Però c'è da far notare che le persone che si spostano dal punto B in A e che stanno seguendo ogni corretta procedura per essere ufficiali cittadini del punto A non hanno alcuna sostanziale differenza dagli abitanti del punto A. Se a 1 aggiungo 1 ottengo 2. E 2 è = a 2 sia che sia il risultato di 1+1 che di 3-1 che di 4/2 che di 1*2...il risultato è sempre 2. Se il principio di identità A=A è valido, e se vige la proprietà commutativa se A=B e B=C allora A=C e se gli abitanti del punto B di fatto diventano abitanti del punto A poichè 1+1=2, allora essi diventano soggetti ai pro e ai contro della vita nel punto A. Se Un abitante del punto A (del qual'è è ormai assodato che non ci interessa sapere l'origine se 1+1 o 3-1, l'importante è che faccia 2) ripeto se l'abitante del punto A coerentemente con le regole che vigono in A può esprimere il suo disappunto e raggiungendo consensi può permettere un cambiamento delle regole in A di modo che questo disappunto scompaia, allora qualsiasi abitante del punto A è sottoposto a questa libertà di espressione (sia che sia un 2, un 1+1 o un 3-1). Le regole nel punto A come in tutti i punti del mondo non sono un criterio eterno ed immutabile, ma sono appunto gli abitanti del punto A a poterle decidere. Inoltre, se gli abitanti del punto A fossero abituati a convivere con una contraddizione (del tipo 1+1=3) e non ne potessero esprimere il disappunto perchè è una cosa che non tange minimamente la loro posizione (sapendo che gli abitanti del punto A valgono 2 e non 1+1) allora è logico che qualora un abitante del punto B (=1) giungesse in A e malgrado la possibilità di "aggiungere 1" per essere uguale a 2 (cioè l'abitante del punto A), gli venisse negato di essere = a 2 perchè secondo le regole (incoerenti) del punto A 1+1=3, è giusto che l'abitante del punto B esprima il suo disappunto perchè l'essere =A è un suo diritto.

Ok ora è molto bello utilizzare termini matematici ma traduciamo in lingua corrente. Se in Italia da anni si da per scontato che l'unica religione libera sia la religione cattolica e un immigrato regolare, con permesso di soggiorno, con lavoro, che paga le tasse quindi in tutto e per tutto uguale ad un italiano in doveri e diritti (almeno quelli fondamentali) ha ogni libertà di poter professare liberamente la sua fede (nei modi ritenuti corretti dalla legge) ma che in ogni caso non possono essere diversi dai cattolici, poichè non vi è scritto da nessuna parte che un cattolico ha più diritto di un musulmano, ebreo, taoista, buddhista, animista di costruirsi il suo luogo sacro, di esprimere la propria fede, di ricevere privilegi dettati da una tradizione non laica ecc...
Ricordandosi che ognuno è innocente sino a prova contraria, un immigrato (che visibilmente non da segni di malavita) è "innocente" e quindi in tutto e per tutto uguale ad un italiano(anch'esso innocente) . E ricordiamo che noi Italiani siamo capaci di avere atteggiamenti omertosi con i mafiosi ma raramente li abbiamo con "lo straniero", quando il marcio più marcio che c'è in Italia 1)l'abbiamo in parlamento, 2)l'abbiamo con la mafia.

Quindi una volta che gli abitanti del punto A si accorgono che di fatti 1+1=2 e che l'abitante del punto b (=1) se fa +1 (quindi ha il permesso di soggiorno, lvoro, tasse bla bla bla) diventa =2 allora l'abitante del punto B diventa un abitante del punto A e come tale può essere (siccome in A vi è democrazia) una delle N voci che decidono le regole di A.

Jessica ha detto...

Certo, tutto chiaro, solo una (o poco più di una) precisazione:

1) il punto è un concetto primitivo :) e tutti i punti sono congruenti, quindi P=P1, ossia A=B o come dici tu A=C e B=C. (e qui tutto ok)

2) L’infinito non esiste e per citarne una:
dati una linea retta e un punto a essa esterno, ogni retta che passa per questo punto incontrerà la prima, tranne in un unico "caso bizzarro": quello in cui le due linee rette sono parallele. Ma chi può dire che cosa succede a due rette parallele quando vengono prolungate all'infinito, fino a regioni dove, per quanto ne sappiamo, potrebbero esserci strani fenomeni ad alterare le leggi dello spazio? Forse le rette parallele potrebbero incontrarsi da qualche parte nello "spazio profondo". In ogni caso, è tuttora impossibile verificarlo, ergo l’infinito non esiste. Questa breve introduzione dimostra quindi che nessuna regola di nessun punto perdurerà all’infinito. (e qui tutto ok)

Ora

Cambiando linguaggio (a proposito molto interessante come hai impostato questo post, complimenti!):
In Italia esiste la pari dignità sociale e tutti siamo eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Indubbiamente molti italiani e anche molti stranieri vengono meno a questo articolo della costituzione, fatto sta che dev’essere rispettato da tutti per la civiltà della persona per lo meno (consideralo quindi un assioma logico). Non c’è scritto da nessuna parte che una persona di religione cattolica o musulmana ecc… sia migliore (o più “giusta”) di altre, nonostante tutto la storia è permeata da numerose guerre sante. Nel XXI secolo ancora nessuna religione ha dimostrato di essere completamente utilitarista (e fin qui tutto ok, ma...). Non è utilitarista, ad esempio, la religione musulmana nello stato italiano poiché alcune leggi, costumi, usanze, ma anche solo il clima [(ad esempio: ricordo che principalmente nella seconda sura il corano vieta di non cibarsi di carne suina, questo perché fondamentalmente la carne di maiale si conservava male in ambiente desertico, creava delle malattie intestinali e quindi per questioni salutari veniva proibita, ecco la vera ragione per cui Maometto lo vietava! Inoltre i maiali hanno gambe corte e sono difficili da far camminare nel deserto, prendi atto che all' epoca in Arabia Saudita esistevano moltissimi nomadi. In Italia, invece, la carne di maiale fa bene, oltretutto non c’è parte di questo animale che non possa essere degustato, (mia nonna dice sempre: “del maiale non si butta via niente!”)], tutti questi piccoli particolari (i quali alcuni possono facilmente far parte del fanatismo islamico), non sono quindi conformi con alcune caratteristiche, le quali, appunto, creano l’Italia. Tuttavia le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno, in Italia, il diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano (e di contrasti ce ne sono stati parecchi, diamo però anche colpa a quel B^2... che non è poca). Se tu desideri ricordare che “noi italiani [(tu compreso quindi)] siamo capaci di avere atteggiamenti omertosi con i mafiosi ma raramente li abbiamo con lo straniero", bè allora io vorrei ricordare che molti stranieri hanno molta più connivenza con la delinquenza anzichè con l’italiano (io non li compatisco). Il marcio non è presente solo nello stato e nel secondo stato italiano, ma in tutta la sfera, il marcio sta in N. Quindi, tutto questo discorso per dire anche che a mio parere lo straniero la cittadinanza italiana se lo deve meritare(e per farlo dovrebbero trascorre non pochi anni in Italia) e anche pagare (ad esempio il contributo per il rilascio dei permessi di soggiorno), ricordo che avviene da anni nella maggior parte dei Paesi europei (nulla di gravoso quindi), una volta guadagnata la cittadinanza può definirsi una persona A (italiana quindi) a tutti gli effetti, tutto il resto rimane invariato, ossia, cittadino o no, continua a giacere nel punto A con, si spera, il rispetto delle regole di tale punto.

DiVx ha detto...

Vorrei solo farti notare che i reati (cioè le violazioni delle regole) commessi da stranieri immigrati REGOLARI sono proporzionate agli italiani, mentre quelli commessi da stranieri irregolari sono in numero molto molto maggiore. Ciò forse non dimostra un bel niente ma forse invece dimostra qualcosa di importante: cioè che chi è benintenzionato a far parte della nostra società e ne ha pari interesse come un italiano qualunque, risulta di fatto parimenti rispettoso. Coloro che per un motivo o per l'altro (povertà, maleducazione, ignoranza, inganno da coloro che li "ospitano", violenza, cultura differente, intolleranza etc..) invece queste regole non le rispettano hanno tutti quanti il bisogno di essere mandati via per due motivi collegati tra di loro e validi solo se coesistenti (e dopo spiegherò perchè) cioè che sono clandestini e delinquenti. Se fossero solo clandestini ma fossero tranquilli e non nuocessero alla società più di quanto un evasore fiscale non fa già abitualmente non ci sarebbero grossi motivi etici per mandarlo via eccetto motivi burocratici e legali. Se una persona è delinquente (un italiano o uno straniero REGOLARE) non ci sarebbero validi motivi per cacciarlo perchè paga le tasse e quindi ha "diritto" ad essere mandato in galera. Qualora entrambi questi fattori si verifichino insieme allora è giusto mandare via il delinquente. E visto che non siamo particelle quantiche e per noi la teoria dell'indeterminazione non vale, è possibile dunque stabilire sia la regolarità della permanenza nello stato sia la coerenza alle regole di suddetti mister X. Però se un italiano delinque e non paga le tasse non ha una differenza qualitativa da un clandestino che delinque; entrambi non adempiono ai loro doveri di base per vivere nel paese in cui risiedono ed entrambi provocano danni alla società nella quale vivono. Siccome per il politically correct è scorrect usare due pesi e due misure proporrei per entrambi l'esilio.

Aggiungo un ultima cosa. Hai detto che la cultura musulmana non si adatta alla nostra società. Ciò è vero, ma fino ad un certo punto. L'Islam ha le stesse origini del cristianesimo per molti versi sono affini, per altri molto diversi. Se la nostra società è radicata nel cristianesimo, allora non solo i musulmani sono fondamentalmente distanti da noi, ma qualunque corrente di pensiero diversa dal cristianesimo. Può sembrare anacronistico e infatti lo è. Lo stato è laico e quindi deve riuscire ad abbracciare ogni religione senza abbracciarne nessuna in particolare, ma come le correnti di pensiero che popolano la mente degli italiani (socialisti, comunisti, liberali, nazionalisti) non c'è nè una che in tutto e per tutto aderisce alle leggi dello stato italiano allo stesso modo non esiste una religione che faccia altrettanto. Bisogna insegnare la tolleranza e per farlo innanzitutto bisogna saperla applicare in prima persona, poi bisogna sapersi correggere in prospettiva di uno stato davvero laico e infine far notare gli errori degli altri.

Zum pappà.

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