Questa è solo la verità.

L'altro dì m'ha chiamato al telefono la logica. Era sconvolta. Diceva che tutti la ignorano. Non sapevo che fare. Le ho detto che in fondo sono millenni che tutti le danno retta, se per un po' taluni la trascurano, non sarà la fine del mondo. Ha riattaccato. Sì diciamo che quando arrivi al punto di sostenere che benchè A sia uguale a B, B è leggermente più uguale di A di quanto A non sia uguale a se stesso, forse forzi leggermente i cardini fondanti della dialettica non dico hegeliana ma perlomeno d'uso comune. Platonica, aristoteliana, scafandrica, isometrica. O qualcosa del genere. Al momento non ricordo, e fondamentalmente non mi interessa neppure. Perchè fintanto che si crede che quando l'arbitro segna fallo, la colpa è dell'arbitro, quando invece molti riterrebbero responsabile non dico il fallo, ma almeno chi l'ha commesso, non si va da nessuna parte, a parte, non dico la Luna, ma almeno Montecitorio. Sì lo so che la mia è demagogia dispotica ma che ci posso fare, sono fatto così: vaneggio. Taluni potrebbero criticarmi per essere troppo filomonarchico poichè ritengo la logica sovrana dei discorsi e della comunicazione non dico aulica ma perlomeno sensata. Altri potrebbero invadere le mie aspettative di spettatore di dibattiti spettabilmente aspettati in modo spettacolarmente esaustivo e coerente calunniando i miei bisogni di correttezza logicoformale di giustizialismo mediatico. Ma che ci posso fare. Sono una persona che ha bisogno della sensatezza nelle cose quando ricerca cose che debbano esprimere sensatezza. Per il resto sono amante del convulso esperimento del free stream del mio ego malformato e gobbo nell'animo. Ma non intendo offendere nessuno, tantomeno qualcuno. Non sia mai che mi diate del sovversivo marxista. Sono solo un po' esigente, tutto qui.